18° convegno “International Symposium on Geodynamics and Earth Tides”
A Trieste un convegno internazionale per parlare di geodinamica e maree terrestri
Esperti da 26 diverse nazioni a confronto grazie a un convegno organizzato da Università di Trieste e OGS
Più di 100 ricercatori provenienti da tutto il mondo si riuniranno a Trieste dal 5 al 9 giugno 2016 per approfondire il tema della terra dinamica e deformabile, come a causa delle maree terrestri, i cicli sismici, il cambiamento climatico, ma anche quello della rotazione terrestre e delle deformazioni vulcaniche.
Il convegno si svolge ogni quattro anni e per la prima volta l’incontro di quest’anno introduce nel titolo il termine “geodinamica”, ed è dedicato a temi che vanno dallo studio di movimenti di fluidi sotterranei attraverso osservazioni geodetiche e gravimetriche, all’effetto su sforzi e deformazioni di fluidi iniettati, ai problemi di maree terrestri e movimenti di massa in aree vulcaniche, fino agli effetti mareali sui satelliti usati per scopi scientifici.
Il 18° convegno “International Symposium on Geodynamics and Earth Tides”è organizzato dall’Università degli Studi di Trieste e dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS, ed è promosso dalla IAG (International Association of Geodesy), nonché dalla EGU (European Geosciences Union) e dal Dipartimento E. Caianiello dell’Università degli Studi di Salerno.
“Quest’importante convegno è sempre stato caratterizzato da un’evoluzione costante degli argomenti come risposta ai progressi scientifici e tecnologici” spiega Carla Braitenberg, dell’Università degli Studi di Trieste –“Nelle misure geodetiche di alta precisione, come quelle del campo di gravità e degli spostamenti, le maree terrestri costituiscono un segnale molto evidente. Generati per effetto dell’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna, permettono di ricostruire le caratteristiche dell’interno del nostro Pianeta e seguire le sue evoluzioni dinamiche”.
Il convegno torna quest’anno a Trieste dopo quello organizzato nel 1959 dai professori Antonio Marussi (UNITS) e Carlo Morelli (OGS) in occasione del quale furono installati i prototipi dei due pendoli orizzontali di eccezionali dimensioni che tutt’ora troviamo attivi in Grotta Gigante per la misurazione della deformazione del Carso, che va da un lento tilting verso Nord-Ovest, alle inclinazioni dovute alle piene del Timavo, ed infine al rilevamento delle oscillazioni libere della terra a seguito di grandi terremoti.
“Adesso che conosciamo così bene il meccanismo delle maree terrestri, le informazioni vengono utilizzate per tarare le misure fatte da strumenti, a terra o da satellite, e verificarne l'attendibilità per lo studio di altri fenomeni, quali le deformazioni tettoniche o quelle indotte dai movimenti dei fluidi, naturali o legati ad attività umane” chiarisce Giuliana Rossi dell’OGS.
Sito web del convegno e programma
Nel corso del convegno ci saranno anche due interventi aperti al pubblico:
Mercoledì 8 Giugno – ore 10:00 - 10:30
Prof. Dr. Harald Schuh “Contributions of Geodesy to Monitoring Natural Hazards and Global Change”
e subito dopo:
Mercoledì 8 Giugno, 2016 – ore 10:50 - 11:20
Prof. Dr. Jeff Freymueller “Separating Surface Loading Deformation from Time-dependent Tectonic Deformation”
Per informazioni:
Francesca Petrera
347 9901885
fpetrera@inogs.it
Simona Regina
347 1320837
srsimonaregina@gmail.com
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